La sconfitta dei Romani a Canne
Quingentesimo quadregesimo anno ab Urbe condita, Lucius Aemilius Paulus et Publius Terentius Varro contra Hannibalem mittuntur et Fabio succedunt, qui prioribus annis, pugnam differendo, impetum Carthaginiensium fregerat. Eadem aestate, cum pugnatum esset impatientia Varronis consulis apud vicum, qui Cannae appellatur, ambo consules ab Hannibale vincuntur. Nullo proelio, Punico bello, Romani gravius profligati sunt. Periit enim in pugna consul Aemilius, consulares aut praetorii viginti, senatores triginta capti aut occisi sunt, nobiles viri trecenti, militum quadraginta milia, equitum tria milia et quingenti. Insequenti mense, ut tantam infamiam a se averterent, Romani tertio quoque die victimas diis patriis immolaverunt.
Ad Limina (2) – Pag.132 n.17
Nel 540 dalla fondazione di Roma, L. Emilio Paolo e P. Terenzio Varrone vengono mandati (a combattere) contro Annibale e succedono a Fabio, il quale rimandando lo scontro in battaglia aveva contenuto l’impeto dei Cartaginesi.Nella stessa estate, giunti alle armi per l’impazienza del console Varrone presso un villaggio,che si chiama Canne,tutti e due i consoli vengono sconfitti. In nessuna battaglia, nella guerra punica, i Romani furono sconfitti più duramente. Infatti in quel combattimento morì il console Emilio, furono presi o uccisi venti ex consoli e pretori, trenta senatori, trecento nobili, quarantamila soldati, tremila e cinquecento cavalieri. Il mese seguente per allontanare da sé tanto grande disonore, i Romani immolarono anche il terzo giorno vittime agli dei della patria.
