La storia di Edipo (3)

Nullus homo solvere aenigma valebat et incolarum caedes maxima erat. Creon rex per Graeciam edixit: «Viro, qui (che, nom. m.) Sphingae aenigma solverit, regnum et locasten sororem meam in coniugium promitto. Postquam regni cupidine iam multi venerant sed vitam amiserant, pervenit Oedipus, iuvenis ingenio et virtutibus magnis, et statim aenigma solvit: «Homo est id animal: prima pueritia enim quattuor cruribus procedit, matura aetate duobus (due, abl.), in senectute tribus (tre, abl.), nam tertium crus baculum est». Sphinx irata de rupe tandem se praecipitavit et Oedipus regnum paternum et locasten matrem inscius accepit uxorem, ex qua (dalla quale) quattuor liberos procreavit.

Nessun uomo era in grado di risolvere l’enigma e la strage degli abitanti era grandissima. Il re Creonte proclamò per la Grecia: «All’uomo che risolverà l’enigma della Sfinge prometto il regno e mia sorella Giocasta in sposa». Dopo che già molti erano giunti per il desiderio del regno ma avevano perso la vita, arrivò Edipo, giovane di grande intelligenza e virtù, e subito risolse l’enigma: «Questo animale è l’uomo: durante la prima infanzia infatti procede con quattro gambe, durante l’età adulta con due, durante la vecchiaia con tre, infatti la terza gamba è il bastone». La Sfinge, adirata, finalmente si gettò giù da una rupe ed Edipo ricevette, ignaro, il regno paterno e la madre Giocasta in sposa, dalla quale generò quattro figli.