La storia di Enea – Enea e Didone

Aeneas, dum per mare Tyrrhenum a Sicilia in Italiam navigat, gravissima tempestate deprehensus est, quae, cum omnes fere naves fregisset, reliquos Troianos in Africae litora proiecit. Ibi Dido, Carthaginiensium regina, magna liberalitate exules excepit; postea, cum Venus vehementissimum amorem in ea suscitavisset, Aeneam virum suum et urbis dominum fecit. Sed Iuppiter Mercurium ad Aeneam misit ut Troianorum ducem moneret: «Aeneas, – sic ait nuntius deorum – ab urbe Carthagine cum tuis discede! Non Carthaginem enim sed novam sedem fatum et dei tibi tribuerunt. Novum genus, a sanguine tuo originem trahens, totum orbem sub legibus suis habebit. Sine mora igitur reginam relinque, fundamenta magni populi et magni imperii positurus». Tum pius Aeneas, magno cum dolore deis oboediens, cum omnibus suis discessit. Cum infelix Dido Troianorum naves iam in alto mari vidit, ob acerrimam iram et inconsolabilem dolorem mortem sibi conscivit.

Enea, mentre navigava dalla Sicilia alla volta dell’Italia attraverso il mar Tirreno, fu colto da una tempesta molto violenta, che, avendo distrutto quasi tutte le navi, spinse i restanti Troiani verso le coste dell’Africa. Là Didone, regina dei Cartaginesi, accolse gli esuli con grande benevolenza; poi, poiché Venere aveva destato in lei un violentissimo amore, rese Enea il suo uomo e il sovrano della città. Ma Giove mandò Mercurio da Enea per avvertire il comandante dei Troiani: «Enea, – così disse il messaggero degli dei – parti dalla città di Cartagine con i tuoi! Gli dei e il fato infatti non ti hanno assegnato Cartagine, ma una nuova sede. Una nuova stirpe, che trae origine dal tuo sangue, avrà tutto il mondo sotto le sue leggi. Dunque lascia senza indugio la regina, per gettare le fondamenta di un grande popolo e di un grande impero». Allora il pio Enea, obbedendo agli dei con grande dolore, partì con tutti i suoi. Quando la sventurata Didone vide le navi dei Troiani ormai in alto mare, si uccise per la violentissima ira e l’inconsolabile dolore.