La Storia di Roma – I crimini di Amulio

Silvius deinde regnat Ascani filius, casu quodam in silvis natus; is Aeneam Silvium creat; is deinde Latinum Silvium. Ab eo coloniae aliquot deductae. Mansit Silviis postea omnibus cognomen, qui Albae regnarunt. Inter quos fuit Tiberinus, qui, in traiectu Albulae amnis submersus, celebre ad posteros nomen flumini dedit. Agrippa inde Tiberini filius regnavit et post Agrippam Romulus Silvius a patre accepit regnum. Aventino fulmine ipse ictus regnum per manus tradidit. Is sepultus in eo colle qui nunc pars Romanae est urbis, cognomen colli fecit. Proca deinde regnat. Is Numitorem atque Amulium procreat, et Numitori, qui stirpis maximus erat, regnum vetustum Silviae gentis legat. Plus tamen vis potuit quam voluntas patris aut verecundia aetatis: pulso fratre Amulius regnat. Addit sceleri scelus: stirpem fratris virilem interemit, fratris filiae Reae Silviae per speciem honoris cum Vestalem eam legisset, perpetua virginitate spem partus adimit.

A scuola di latino – Pag.32 n.73 – Livio

Quindi regna Silvio, figlio di Ascanio, nato nei boschi per un qualche caso fortuito. Egli genera Enea Silvio che a sua volta mette al mondo Latino Silvio. Da questi vennero fondate alcune colonie. In seguito il nome Silvio rimase a tutti coloro che regnarono ad Alba Longa. Tra questi ci fu Tiberino, il quale essendo annegato durante l’attraversamento del fiume Albula, diede a esso il celebre nome passato ai posteri. Quindi regnò il figlio di Tiberino, Agrippa e dopo Agrippa Romolo Silvio ricevette il regno dal padre. Questi, colpito da un fulmine, tramandò di mano in mano il regno ad Aventino. Egli fu sepolto sul colle che oggi è parte di Roma e che porta il suo nome. Quindi regna Proca. Egli genera Numitore e Amulio, e a Numitore, che era il più grande, lascia in eredità l’antico regno della dinastia Silvia. Ma la violenza poté più che la volontà del padre o la deferenza nei confronti della primogenitura: dopo aver estromesso il fratello, sale al trono Amulio. Aggiunse delitto al delitto: eliminò la discendenza maschile del fratello e a Rea Silvia figlia del fratello da averla fatta vestale, con la scusa dell’onore con una verginità eterna tolse la speranza di generare figli.