La terribile punizione di Aracne

Arachne, Lydia puella, artifi cio tam excelso telas texebat et tam mirifice acu filoque pingebat, ut longe omnes alias textrices superaverit. Nec minus superba quam perita erat, adeo ut quondam dixerit: «Pallas ipsa mecum certet! Eam facile vincam!». His verbis auditis, Pallas anus cuiusdam figuram sumpsit et ad Arachnem venit. Primum illam monuit ut contenta mortalium laude esset neque deam provocaret. At puella superbe respondit: «Certe ob senectutem mentis inops es! Veniat Pallas: mea arte sine ulla mora eam superabo!». Tum Pallas, ira plena, anus speciem reliquit: divinam naturam suam potentiam-que patefecit et radio (= con il fuso), quo puella stamina nebat, frontem eius percussit. Statim Arachne mutata est, sic ut araneae speciem sumpserit: caput suum decrevit, multa et gracilia crura e lateribus suis eminuerunt, venter crevit, de quo stamen subtile remisit.

Aracne, una fanciulla della Lidia, tesseva le tele con perizia così eccelsa e ricamava tanto magnificamente con ago e filo, da superare di gran lunga tutte le altre tessitrici. Non era meno superba che esperta, a tal punto che una volta disse: «Atena in persona gareggi con me! La vincerò facilmente!». Udite queste parole, Atena assunse la sembianza di una vecchia e andò da Aracne. In un primo momento la esortò ad essere soddisfatta della lode dei mortali e a non provocare la dea. Ma la fanciulla rispose con arroganza: «Sicuramente per la vecchiaia sei debole di mente! Venga Atena: senza alcun indugio la vincerò con la mia abilità!». Allora Atena, piena d’ira, abbandonò la sembianza di vecchia: rivelò la divina natura e la sua potenza e con il fuso, con cui la fanciulla filava gli stami, colpì la sua fronte. Aracne subito si trasformò, in modo tale che assunse l’aspetto di un ragno: la sua testa rimpicciolì, dai suoi fianchi spuntarono molte ed esili zampe, si ingrossò il ventre, da cui emise un filo sottile.