L’aquila e le colombe

Olim (avv.) aquila ad («verso, a» prep. con l’acc.) columbas volabat, fallaciam adhibebat et columbas eloquentia («con …») circumveniebat: «Quare («Perché») vitam anxiam ducitis? Amicitiam mecum («con me») coniungite; aquilam reginam vestram create: sic aquila columbas defendit et columbae iniurias vitant». Columbae aquilae credunt et oboediunt. Aquila potentiam obtinet, statim (avv.) multas columbas devorat et crudeliter (avv.) regnat. Columba amicis superstitibus («superstiti») dicit: «Merito (avv.) poenam propter («per, a causa di», prep. con l’acc.) imprudentiam pendimus!». Fabella sic docet: si tutelam ab improbo («a un malvagio») petis, ruinam invenis.

Un giorno un’aquila volava verso delle colombe, adoperava l’inganno e raggirava le colombe con l’eloquenza: «Perché conducete una vita inquieta? Stringete amicizia con me; nominate l’aquila vostra regina: così l’aquila difende le colombe e le colombe evitano gli oltraggi». Le colombe credono all’aquila e obbediscono. L’aquila ottiene il potere, subito divora molte colombe e regna con crudeltà. La colomba dice alle amiche superstiti: «Giustamente scontiamo la pena per l’imprudenza!». La storiella insegna così: se chiedi protezione ad un malvagio, trovi la rovina.