L’aquila, la cornacchia e la tartaruga

Contra potentes nullus homo satis munitus est. Si vero malus consiliator audax callidumque consilium potenti praestat, vis et nequitia simul omnia perdunt. Aquila in sublime sustulit testudinem, sed animal corpus suum abdebat in firmam testam et illaesum manebat. Venit cornix et dixit avium reginae: «Opimam sane praedam rapuisti tuis fortibus unguibus, sed gravi testudinis pondere mox lassaberis. Promitte mihi partem praedae, et felix consilium tibi dabo». Postquam fortis aquila cornicem sceleris participem fecit, ferox propositum nigra avis aperuit: «Super scopulum testudinem praecipita: dura cortex illidetur et facile cibum habebimus». Aquila audaci consilio paruit et cum cornice dapem divisit. Sic testudo robori et calliditati succubuit.

Grammatica Picta (1) – Pag.185 n.13

Nessun uomo è abbastanza protetto contro i prepotenti. Se, poi, un malvagio consigliere fornisce al prepotente un consiglio ardito ed astuto, la forza e la malvagità insieme mandano in rovina ogni cosa. Un’aquila sollevò in alto una tartaruga, ma l’animale nascondeva il proprio corpo nella robusta corazza e restava illeso. Giunse una cornacchia, e disse alla regina degli uccelli: Hai catturato una preda proprio grossa con i tuoi forti artigli, ma verrai presto sfinita dal grave peso della tartaruga. Promettimi una parte della preda, e ti darò un consiglio di successo! Dopo che la forte aquila ebbe reso la cornacchia partecipe del delitto, il nero uccello rivelò lo spietato proposito: Lascia cadere la tartaruga sopra uno scoglio! La dura corazza verrà infranta e noi avremo facilmente il cibo. L’aquila obbedì all’ardito consiglio e spartì la pietanza con la cornacchia. Così la tartaruga capitolò alla forza e all’astuzia.