L’asino e la lepre partecipano alla guerra

Olim leo, qui questurus erat bellum contra homines, vocaverat omnes bestias in auxilium, ac profecto omnes convenerant post paucos dies. Etiam asinus ac lepus aderant, cupientes dare operam suam bello. At cum ursus, qui praeerat peditatui, eos vidit, leoni conversus, inquit: «Asinus et lepus iuvabunt nos nullo modo: quomodo enim possunt prodesse, si alter est stultus, alter ignavus?». Leo autem inquit: «Ne repudiaveris («Non respingere») humiles, quia omnes possunt iuvare nos. Ego et tu poterimus nocere viribus nostris hostibus, asinus autem potest esse tubicen, lepus, qui currit celeriter, potest esse nuntius».
Humiles quoque potentes iuvare possunt.

Un tempo un leone, che aveva intenzione di fare una guerra contro gli uomini, aveva convocato in aiuto tutti gli animali, e subito tutti erano giunti dopo pochi giorni. Erano presenti anche l’asino e la lepre, che desideravano prestare la propria opera per la guerra. Ma quando l’orso, che era a capo della fanteria, li vide, rivolto al leone, disse: «L’asino e la lepre non ci saranno utili in nessun modo: come possono infatti aiutare, se uno è stupido, l’altro vile?». Allora il leone disse: «Non respingere i deboli, poiché tutti possono esserci utili. Io e te potremo recare danno ai nemici con le nostre forze, l’asino invece può essere un trombettiere, la lepre, che corre velocemente, può essere un messaggero».
Anche i deboli possono essere utili ai potenti.