L’assedio di Nola

Itaque corona oppidum circumdedit ut simul ab omni parte moenia adgrederetur. Marcellus, instructa intra portam acie, cum magno tumultu erupit. Aliquot primo impetu perculsi caesique sunt; dein atrox esse coepit pugna, memorabilisque inter paucas fuisset nisi ingentibus procellis effusus imber diremisset pugnantes. Eo die in urbem Romani, Poeni in castra receperunt sese. Imber continens per noctem totam usque ad horam tertiam diei insequentis tenuit. Itaque, quamquam utraque pars avidi certaminis erant, eo die tenuerunt sese tamen munimentis. Tertio die Hannibal partem copiarum praedatum in agrum Nolanum misit. Quod ubi animadvertit Marcellus, extemplo in aciem copias eduxit; neque Hannibal detrectavit et proximos ex cohortibus iis quae in agros exierant revocavit. Clamor ex parte utraque sublatus. Proelium erat anceps; summa vi et duces hortabantur et milites pugnabant, sed Romanis crescebant in horas animi. Terga tandem Poeni dederunt atque in castra compulsi sunt.

Livio

Quindi cinse la città con un cordone di truppe per assalire le mura da ogni parte. Marcello, dopo aver schierato l’esercito dentro la porta, si slanciò fuori con grande strepito. Molti vennero colpiti e uccisi al primo attacco; poi la battaglia cominciò ad essere terribile, e sarebbe stata degna di memoria tra poche se la pioggia riversatasi con violente tempeste non avesse separato i combattenti. Quel giorno i Romani si ritirarono in città, i Punici nell’accampamento. La pioggia durò ininterrotta per tutta la notte fino all’ora terza del dì seguente. E così, sebbene entrambe le parti fossero bramose di battaglia, tuttavia quel giorno si mantennero nei baluardi. Il terzo giorno Annibale mandò una parte delle milizie a far preda nell’agro di Nola. Appena Marcello se ne accorse, schierò subito l’esercito in ordine di battaglia; e Annibale non rifiutò lo scontro e richiamò i (soldati) più vicini da quelle coorti che erano uscite nei campi. Il grido di guerra si levò da tutt’e due le parti. La battaglia era incerta; e i capitani esortavano e i soldati combattevano con la massima energia, ma ai Romani il coraggio aumentava d’ora in ora. Alla fine i Punici fuggirono e furono spinti nell’accampamento.