L’astrologo sbadato
Celeber et diligens astrologus cotidie sub noctem fulgentia sidera observabat. Olim extra (fuori + acc.) urbem ambulabat et mentem in astris tenebat, sed imprudenti pede putei marginem calcavit et in aquam praecipitavit. Tum flere incepit et clamoribus suis omne rus implebat. Forte (avv.) auditus est a lepida et dicaci mulière; ea (ella) ad puteum appropinquavit et negligenti viro dixit: «Summe Iuppiter! Ecce vir qui (che) caelestium siderum itin?ra spectat, sed terrestres vias non videt!».
Un illustre e diligente astrologo ogni giorno, sul far della notte, osservava le stelle splendenti. Un giorno passeggiava fuori città e teneva l’attenzione fissa negli astri, ma con il piede incauto premette il bordo di un pozzo e precipitò nell’acqua. Allora cominciò a piangere e riempiva tutta la campagna con le sue grida. Per caso fu sentito da una donna arguta e impertinente; ella si avvicinò al pozzo e disse all’uomo negligente: «Sommo Giove! Ecco l’uomo che osserva le orbite dei corpi celesti, ma non vede le strade terrestri!».