L’astuzia di Penelope

Proci in Ulixis (“di Ulisse”, gen.) regia in conviviis deliciisque vitam agebant et sine ulla cura divitias consumebant. Magna cum insolentia nuptias cum Penelopa expectabant. Regina, prae desiderio Ulixis, coniugium recusabat et astutia Procos decipiebat. Notus est telae dolus: «Virum meum mox eligam, ? Penelopa promittebat ? sed antea, telam perficiam». Sed a regina tela interdiu texebatur, noctu autem resolvebatur. Postea, tamen, ob infidae ancillae insidias, callidus dolus Procis indicatur, et Penelopa ad matrimonium cogitur. Sed a regina novus dolus parabatur. Sic enim regina sentiebat: «Mox, stulti, non viri mei sed umbrarum regnum obtinebitis!».

I Proci vivevano nella reggia di Ulisse tra agi e banchetti e sperperavano la ricchezza senza alcuna preoccupazione. Attendevano le nozze con Penelope con grande sfrontatezza. La regina, per la mancanza di Ulisse, rifiutava il matrimonio e ingannava i Proci con l’astuzia. È noto l’inganno della tela: «Sceglierò presto mio marito, – prometteva Penelope – ma prima, terminerò la tela». Ma la tela durante il giorno era tessuta dalla regina, di notte invece era disfatta. In seguito, tuttavia, per il tradimento di un’infida ancella, l’astuto inganno viene reso noto ai Proci, e Penelope viene costretta al matrimonio. Ma dalla regina veniva escogitato un nuovo inganno. Così infatti la regina pensava: «Presto, sciocchi, otterrete il regno non di mio marito, ma delle ombre!».