Le donne impediscono la fuga dei Galli dalla città di Avarico

Eo die in omnibus locis acriter pugnatum est, denique hostes spem victoriae amiserunt. Sic postero die Galli consilium ceperunt ex oppido profugere. Iamque fugere noctu apparabant, cum matres familiae repente in publicum procurrerunt flentesque se ad pedes suorum proiecerunt et precibus sic orabant: «Nos et communes liberos ne dederitis (“non consegnate!”) hostibus ad supplicium!». Nam puerorum mulierumque fugam naturae et virium infirmitas impediebat. Quoniam viri in sententia perstabant, mulieres conclamare et significare de fuga Romanis inceperunt. Itaque viri, quia equitum Romanorum impetum maxime timebant, consilio destiterunt.

Cesare

Quel giorno si combatté accanitamente in tutti i luoghi, e alla fine i nemici persero la speranza della vittoria. Così il giorno seguente i Galli presero la decisione di scappare dalla città. E già si preparavano a fuggire durante la notte, quando le madri di famiglia, all’improvviso, comparvero in pubblico e, piangendo, si gettarono ai piedi dei loro (uomini), e con suppliche li pregavano così: «Non consegnate noi e i figli comuni ai nemici per l’estremo supplizio!». Infatti la debolezza della costituzione fisica e delle forze impediva la fuga dei fanciulli e delle donne. Dal momento che gli uomini persistevano nel proposito, le donne cominciarono a gridare e a far capire ai Romani della fuga. Pertanto gli uomini, poiché temevano moltissimo un attacco dei cavalieri Romani, desistettero dal proposito.