Le doti dei governanti

Nullum est dubium quin civitates, optime constitutae legibus et moribus, ad amplissima munera rei publicae sint promoturae eos viros, qui excellant inter omnes consilio, prudentia, fortitudine, quibus sine virtutibus nulla potest regi res publica. Est enim civitas quasi corpus hominis, cuius in capite nisi insit consilium, nemo dubitare potest quin futurum sit ut numquam perspiciatur recte faciendi vel non faciendi ratio, quae una ad optatos exitus omnia dirigit nostra vel dicta vel facta. Cum hac arctissime coniuncta est prudentia, quae vivendi ars et dici et haberi potest. Ipsa constat ex scientia rerum bonarum et malarum, quae maxima debet esse in iis, qui rei publicae praesunt, ut civibus via demonstretur, qua possint ea appetere, quae cum communi omnium civium utilitate coniuncta sint, ea declinare, quae saluti totius civitatis nocitura videantur. si quaeris quidnam effectura sit fortitudo, invenies fortitudinem esse rerum magnarum eam appetitionem, qua vel minimae civitates ad maximam omnium rerum facultatem provehantur.

Cicerone

Non vi è alcun dubbio che le città, assai bene organizzate da leggi e costumi, promuoveranno alle più alte cariche dello stato quegli uomini, che si distinguono fra tutti per saggezza, prudenza, coraggio, virtù senza le quali nessuno stato può essere amministrato. Una città è infatti come il corpo di un uomo, se nella testa del quale non vi si trova senno, nessuno può dubitare che accadrà che la ragione, che sola dirige tutte le nostre parole o azioni ai fini desiderati, mai riconoscerà chiaramente di agire o non agire giustamente. Assai strettamente associata a questa è la prudenza, che può essere e definita e stimata l’arte del vivere. La stessa consta della conoscenza delle cose buone e cattive, che grandissima deve essere in coloro che sono a capo dello stato, affinché ai cittadini venga indicata la strada, per mezzo della quale essi possano cercare di raggiungere quelle cose che sono connesse con l’utilità pubblica di tutti i cittadini, possano schivare quelle cose che sembra danneggeranno l’incolumità di tutta la città. Se chiedi che mai produrrà il coraggio, scoprirai che il coraggio è quel desiderio di grandi cose, per mezzo del quale per esempio le piccolissime città progrediscono ad una straordinaria abbondanza di grandi cose.