Le stragi a Roma dopo la vittoria di Mario

Nihil Mariana victoria fuit crudelius usque ad illud tempus (at postea, Sullana est secuta); nam, tam ferociter saevitum est, ut excelsissimi quoque atque eminentissimi civitatis viri variis suppliciorum generibus adfecti sint. In iis consul Octavius, vir lenissimi animi, iussu Cinnae interfectus est. Merula autem, qui se sub adventum Cinnae consulatu abdicaverat, incisis venis superfusoque altaribus sanguine, tum precatus est deos quos saepe pro salute rei publicae, ut flamen Dialis, precatus erat; et, postquam eos invocavit ut Cinna partesque eius exsecrarentur, reddidit spiritum optime de re publica meritum. M. Antonius, princeps civitatis atque eloquentiae, gladiis militum, quos ipsos facundia sua moratus erat, iussu Marii Cinnaeque confossus est.

Velleio Patercolo

Non vi fu sino a quel momento nulla di più crudele della vittoria di Mario (ma in seguito venne quella di Silla); infatti si infierì tanto ferocemente che vennero torturati con differenti generi di supplizi i più eminenti e anche i più nobili uomini della città. Tra costoro il console Ottavio, uomo d’indole mitissima, venne ucciso per ordine di Cinna. Invece Merula, che si era dimesso dal consolato subito dopo l’arrivo di Cinna, dopo che si era aperto le vene e il suo sangue si era sparso sugli altari, allora supplicò gli dei che aveva spesso pregato, come flamine Diale, per la salvezza dello Stato; e, dopo averli implorati che maledissero Cinna e la sua fazione, rese l’anima tanto benemerita dello Stato. M. Antonio, il più autorevole della città e sommo oratore, per volere di Mario e di Cinna venne trafitto dai gladi degli stessi soldati che si era accattivato con la sua eloquenza.