Le ultime parole di Micipsa, re di Numidia, ai figli e al nipote Giugurta (II)

Equidem ego vobis regnum trado firmum, si (“se”) boni eritis, sin (“se invece”) mali, inbecillum. Nam scio quid regna augeat, concordia; et parvae res concordia crescunt, discordia, vero, maximae minuuntur. Ceterum ante hos tu, Iugurtha, qui aetate et sapientia prior es, ne aliter eveniat, providere debes. Nam in omni certamine qui opulentior est, etiam si accipit iniuriam, tamen, quia plus potest, culpabilis putatur. Vos autem, Adherbal et Hiempsal, colite, observate talem hunc virum et virtutem eius.

Quanto a me vi lascio un regno saldo, se sarete valenti, debole, se invece (sarete) incapaci. Infatti so cosa rafforza i regni, la concordia; e le piccole cose crescono con la concordia, con la discordia, invece, le più grandi vengono indebolite. Del resto tu più di loro, o Giugurta, che sei superiore per età e saggezza, devi provvedere che non avvenga altrimenti. Infatti in ogni contesa chi è più forte, anche se subisce un torto, tuttavia, poiché ha più potere, viene considerato colpevole. Ma voi, Aderbale e Iempsale, rispettate, onorate quest’uomo e il suo valore.