L’incontro di due poeti

Postquam Pacuvius poeta iam senex, quia morbo adfectus erat, Tarentum Roma concesserat.Accius tunc puer ut in Asiam petebat, in oppidum Tarentum venit, ad Pacuvium devertit comiterique invitatus est et diu ab eo retentus est. Accius Pacuvio tragoediam suam legit. Tum Pacuvius, postquam totam tragoediam audiverat («aveva sentito»), dixit: «Tragoediae verba, Acci mi, sonora sed acerba et paulum dura sunt». Accius securus respondit: “ita est ut («come») dicis, sed ut («come») in pomis sic («cosi») in ingeniis evenit. Poma, quae («che», noni. n. plur.) antea dura et acerba sunt, iucunda postea sunt; autem poma quae («che», noni. n. plur. ) gignuntur statim vieta atque in principior uvida sunt, non matura mox sed flaccida fìunt («divengono»). Ingenium meum augebitur”. Acci responsum a Pacuvio laudabatur.

A scuola di latino – Pag.168 n.1 – Aulo Gellio

Dopo che il poeta Pacuvio ormai vecchio, visto che era affetto da una malattia, si era ritirato da Roma a Taranto, Accio a quel tempo Fanciullo nel momento in cui si dirigeva in Asia, giunse nella città di Taranto, alloggiò presso Pacuvio e venne affabilmente invitato e si trattenne a lungo da lui. Accio lesse a Pacuvio la propria tragedia. Allora Pacuvio, dopo che aveva sentito tutta la tragedia, disse: “Le parole della tragedia, mio Accio, sono sonore ma acerbe e un poco dure”. Accio rispose sicuro: è così come dici, ma avviene nei frutti così come negli ingegni. I frutti, che prima sono duri ed acerbi, poi sono saporiti; mentre i frutti che sono nati subito vizzi e fin dall’inizio molli, divengono subito maturi ma flaccidi. il mio ingegno diverrà maturo”. Pacuvio lodò il responso di Accio (Il responso di Accio fu lodato da Pacuvio).