L’interesse pubblico deve prevalere su quello privato

Cum in hac difficultate rerum consilium haereret, tum Laevinus consul: «Sicut honore – inquit – praestant magistratus senatui, senatus populo, ita ad subeunda omnia, quae dura atque aspera sunt, senatores duces debent esse. Si ius, quod iniungere inferiori velis, id prius in te ac tuos ipse statueris, facilius omnes oboedientes habeas. Nec impensa gravis est, cum ex ea plus quam pro virili parte sibi quemque principum capere omnes vident. Itaque si classes habere atque ornare volumus populum Romanum, (si volumus) privatos sine recusatione remiges dare, nobismet ipsis primum imperemus. Aurum, argentum, aes signatum omne nos senatores crastino die in publico conferamus, ut voluntaria collatio et certamen adiuvandae rei publicae excitent ad aemulandum animos primum equestris ordinis, dein reliquae plebis. Hanc unam viam, multa inter nos collocuti, consules invenîmus. Ingredimini (hanc viam), dis bene iuvantibus. Res publica incolumis et (= etiam) privatas res facile salvas praestat; publica (bona) prodendo, tua nequiquam serves».

Poiché ogni decisione in questa difficoltà si arrestava, il console Levino allora disse: “Come i magistrati sono superiori al senato nella carica, il senato al popolo, così i senatori devono essere guide per affrontare ciò che è difficile e aspro. Se tu stesso decidessi di usare contri di te e i tuoi amici il diritto che vorresti infliggere a uno di grado inferiore, avresti più facilmente tutti obbedienti. Non è uno sforzo pesante, quando tutti vedono che ogni capo prende da questo più di quanto gli spetti. Se dunque vogliamo avere una flotta e abbellire il popolo romano, se vogliamo concedere senza rifiutarci rematori privati, siamo padroni anzitutto di noi stessi. Raccogliamo pubblicamente noi senatori il giorno seguente tutto l’oro, l’argento e il denaro, affinché la raccolta volontaria e la gara per aiutare lo stato stimolino a fare lo stesso anzitutto i cavalieri, poi il resto del popolo. Noi consoli, dopo aver parlato a lungo tra noi, abbiamo trovato soltanto questa strada. Avviamoci su di essa, con l’aiuto degli dei. Uno stato indenne garantisce persino la salvezza degli affari privati; consegnando i beni di tutti invano mantieni i tuoi”.