L'uccisione dell'imperatore Pertinace (Historia Augusta)

Tantum odium in Pertinacem omnium aulicorum fuit, ut ad facinus milites hortarentur. Aulici supervenerunt, ingressi porticus Palatii. Hoc cognito, Pertinax praefectum praetorii ad eos misit. Sed ille, declinatis militibus, per porticus egressus adoperto capite domum se contulit. Verum cum ad interiora prorumperent, Pertinax ad eos processit eosque longa et gravi oratione placavit. Sed cum Tasius quidam in iram et in timorem duris verbis adductus esset, hastam in pectus Pertinaci obiecit. Tunc ille precatus Iovem Ultorem toga caput operuit atque a ceteris confossus est. Servus quidam, confossis duobus, cum Pertinace vitam amisit; reliqui cubicularii palatini diffugerunt. Alii sane dicunt etiam cubiculum milites inrupisse atque illic circa lectum fugientem Pertinacem occidisse.

Historia Augusta

Fu così grande l’odio di tutti i servi della corte verso Pertinace, che esortarono i soldati al delitto. I servi della corte arrivarono all’improvviso, dopo essere entrati nei portici del palazzo dei Cesari. Venuto a sapere ciò, Pertinace mandò presso di loro il comandante della guardia imperiale. Ma quello, allontanati i soldati, uscito attraverso i portici si recò col capo coperto a casa. Pur tuttavia, mentre si precipitavano verso le zone interne, Pertinace avanzò verso di loro e li calmò con un lungo e duro discorso. Ma un certo Tasio, poiché era stato indotto all’ira e al timore dalle severe parole, scagliò una lancia nel petto a Pertinace. Allora quello, supplicato Giove Vendicatore, coprì la testa con la toga e venne trafitto da tutti gli altri. Un servo, colpiti due uomini, perse la vita insieme a Pertinace; tutti gli altri camerieri palatini fuggirono disordinatamente. Altri, ragionevolmente, dicono che anche i soldati penetrarono nella stanza e là vicino al letto uccisero Pertinace mentre fuggiva.