Marsiglia si prepara allo scontro navale con la flotta dei Cesariani

Massilienses post superius incommodum veteres ex navalibus productas naves refecerant piscatoriasque adiecerant atque contexerant, ut essent ab ictu telorum remiges tuti. Tali modo instructa classe, non minore animo ac fiducia, quam ante dimicaverant, naves conscendunt. Communi enim fit vitio naturae, ut incognitis rebus magis confidamus; ut tum accidit. Adventus enim L. Nasidii summa spe civitatem compleverat. Nacti idoneum ventum ex portu exeunt et Tauroenta perveniunt ibique rursus se ad confligendum animo confirmant. Eodem Brutus contendit, suos cohortatus, ut victos contemnerent quos integros superavissent. Facile erat ex superioribus locis prospicere in urbem, ut omnis iuventus, quae in oppido remanserat, omnesque superioris aetatis cum liberis atque uxoribus templa deorum adirent et victoriam ab diis exposcerent. Neque erat quisquam omnium, qui in eius diei casu suarum omnium fortunarum eventum consistere non existimaret.

Cesare

I Marsigliesi, dopo il precedente insuccesso, avevano riparato le vecchie navi, tratte fuori dai cantieri navali, e avevano aggiunto navi da pesca e le avevano coperte, affinché i rematori fossero difesi dal colpo dei dardi. Allestita in tal modo una flotta, con un coraggio e una sicurezza non minori rispetto a quando avevano combattuto in precedenza, si imbarcarono. Infatti per una comune debolezza della natura (umana) avviene che in situazioni ignote abbiamo più fiducia. Infatti l’arrivo di Lucio Nasidio aveva riempito la città di grandissima speranza. Approfittando del vento adatto, uscirono dal porto e giunsero a Tauroenta e lì si rinsaldano di nuovo nella volontà di combattere. Bruto si diresse verso il medesimo luogo, dopo aver esortato i suoi, a disprezzare da vinti quelli che avevano sbaragliato da vigorosi. Dai luoghi più alti era facile vedere nella città che tutta la gioventù, che era rimasta in città, e tutti gli anziani con mogli e figli andavano nei templi degli dèi e chiedevano loro la vittoria. E tra tutti non vi era nessuno che non considerava che la sorte di tutte le loro fortune era posta nell’esito di quella giornata.