Meglio la lealtà o l’astuzia?

Marcius et Attilius Romam cum venissent, legationem in Capitolio ita renuntiarunt, ut nulla re magis gloriarentur quam decepto per indutias et spem pacis rege. Spatio autem indutiarum sumpto aequum Romae bellum futurum: Boeotorum quoque se concilium arte distraxisse, ne coniungi amplius ullo consensu Macedonibus possent. Haec ut summa ratione acta magna pars senatus adprobabat, veteres et moris antiqui memores negabant se in ea legatione Romanas agnoscere artes. Bella maiores gessisse non per insidias et nocturna proelia, nec simulatam fugam improvisosque ad incautum hostem reditus, nec ut astu magis quam vera virtute gloriarentur: indicere prius quam gerere solitos bella, denuntiare etiam interdum pugnam et locum finire, in quo dimicaturi essent. Haec seniores, quibus nova ac nimis callida minus placebat sapientia; vicit tamen ea pars senatus, cui potior utilis quam honesti cura erat, ut comprobaretur prior legatio Marci, et eodem rursus in Graeciam cum quinqueremibus remitteretur iubereturque cetera, ut e re publica maxime visum esset, agere.

Essendo Marcio e Attilio giunti a Roma, fecero in Campidoglio un tale rapporto dell’ambasceria, da vantarsi di nessuna cosa più dell’aver ingannato il re con la tregua e la speranza della pace. Ottenuto l’intervallo della tregua, a Roma ci sarebbe stata una guerra equa: avevano anche disgregato internamente la lega dei Beoti, affinché non si potessero più unire ai Macedoni con alcun consenso. Gran parte del senato approvava queste cose, come cose compiute con grandissimo accorgimento, gli anziani e i memori del costume antico dicevano di non riconoscere le arti Romane in quell’ambasceria. Gli antenati avevano combattuto guerre non con agguati e combattimenti notturni, né con una fuga simulata e ritorni improvvisi contro il nemico incauto, né in modo da vantarsi dell’astuzia più che del vero valore: erano soliti dichiarare le guerre prima di combatterle, talvolta anche preannunciare la battaglia e stabilire il luogo, in cui avrebbero combattuto. Queste cose (sostenevano) gli anziani, ai quali piaceva meno il nuovo e troppo astuto senso pratico; tuttavia prevalse quella parte del senato, a cui stava più a cuore l’utile dell’onesto, cosicché fu approvata la precedente ambasciata di Marcio, e fu rimandato in Grecia con delle quinqueremi e gli fu ordinato di compiere le altre cose, come gli sembrasse soprattutto utile nell’interesse dello Stato.