Morte di Attico (II)

Hac oratione habita magna constantia vocis atque vultus, cum quidem amicus Agrippa flens Atticum oraret atque obsecraret, ne ipse sibi acceleraret id quod natura cogeret, Atticus preces eius taciturna sua obstinatione depressit. Sic cum biduum cibo se abstinuisset, subito febris decessit minimeque is passus est. Tamen suum propositum nihilo setius peregit. Itaque die quinto, postquam id consilium inierat, pridie kal. Apriles Gneo Domitio Gaio Sosio consulibus mortuus est. Elatus est in lecticula, ut ipse praescripserat, sine ulla pompa funeris, comitantibus omnibus bonis.

Cornelio Nepote

Dopo aver tenuto questo discorso con grande invariabilità di voce e d’espressione del volto, mentre l’amico Agrippa piangendo implorava e supplicava Attico di non affrettare da parte sua ciò che la natura imponeva, Attico rese vane le preghiere di costui con il suo ostinato silenzio. Così dopo essersi astenuto dal cibo per due giorni, all’improvviso la febbre cessò ed egli non soffrì più. Pur tuttavia raggiunse il suo scopo. Quindi il quinto giorno, dopo che aveva preso quella decisione, la vigilia delle calende di Aprile sotto il consolato di Gneo Domizio e Gaio Sosio, si spense. Fu portato in una bara, come lui stesso aveva ordinato, senza alcuna pompa funebre, mentre lo accompagnavano tutti i nobili.