Morte di un tiranno e nascita di un’inimicizia

Neque vero Dionis mirae virtutes Dionysium fugiebant. Quo fiebat, ut, si facultas esset, uni huic maxime indulgeret neque eum secus diligeret ac filium. Postea in morbum incidit Dionysius. Quo cum gravi conflictaretur, quaesivit a medicis Dion, quemadmodum se haberet, simulque ab his petiit, si forte maiori inesset periculo, ut sibi faterentur: nam velle se cum eo colloqui de partiendo regno, quod sororis suae filios ex illo natos partem regni putabat debere habere. Id medici non tacuerunt at ad Dionysium filium sermonem rettulerunt. Quo ille commotus, ne agendi esset Dioni potestas, patri soporem medicos dare coegit. Hoc aeger sumpto ut somno sopitus diem obiit supremum. Tale initium fuit Dionis et Dionysii simultatis, eaque multis rebus aucta est.

Cornelio Nepote

Né in verità le straordinarie virtù di Dione sfuggivano a Dionigi. Perciò accadeva che, se ve ne fosse la possibilità, a costui solo accondiscendeva moltissimo e lo amava non diversamente da un figlio. Poi Dionigi incappò in una malattia. Poiché combatteva con una grave (sottinteso “malattia”), Dione chiese ai medici come stesse e allo stesso tempo chiese loro, se si trovasse in più grave pericolo, che glielo dicessero: infatti voleva parlare con lui della divisione del regno, poiché riteneva che i figli di sua sorella, nati da quello, dovessero avere una parte del regno. I medici non tacquero ciò e riferirono il discorso al figlio Dionigi. Quello, turbato da ciò, affinché Dione non avesse possibilità di agire, costrinse i medici a dare una bevanda soporifera al padre. Il malato, dopo averla assunta, morì come assopito nel sonno. Tale fu l’inizio della rivalità tra Dione e Dionigi, e fu accresciuta da molte cose.