Morte gloriosa del centurione Petronio

Caesar, cum iniquo loco pugnari hostiumque augeri copias videret, praemetuens suis ad Titum Sextium legatum, quem minoribus castris praesidio reliquerat, misit, ut cohortes ex castris celeriter educeret et sub infimo colle ab dextero latere hostium constitueret, ut, si nostros loco depulsos vidisset, o minus libere hostes insequerentur terreret. Ipse paulum ex eo loco cum legione progressus, ubi quo constiterat, eventum pugnae exspectabat. Marcus Petronius centurio, cum portam excidere conatus esset, a multitudine oppressus ac sibi desperans multis iam vulneribus acceptis manipularibus suis, qui illum secuti erant, “Quoniam,” inquit, “me una vobiscum servare non possum, vestrae quidem certe vitae prospiciam, quos cupiditate gloriae adductus in periculum deduxi. Vos data facultate, vobis consulite.” Simul in medios hostes irrupit duobusque interfectis reliquos a porta paulum summovit. Conantibus auxiliari suis “Frustra,” inquit, “meae vitae subvenire conamini, quem iam sanguis viresque deficiunt. Proinde abite, dum est facultas, vosque ad legionem recipite.” Ita pugnans post paulum concidit ac suis saluti fuit.

Cesare

Cesare, vedendo che si combatteva da una posizione svantaggiosa e che le truppe dei nemici si rafforzavano, temendo vivamente per i suoi, mandò a dire al luogotenente Tito Sestio, che aveva lasciato a guardia nell’accampamento minore, di condurre velocemente fuori dall’accampamento le coorti e di schierarle ai piedi del colle dalla parte destra dei nemici, in modo che, se avesse visto i nostri scacciati dalla posizione, impedisse che i nemici li inseguissero senza ostacoli. Egli avanzato un po’ con la legione da quel luogo dove si era fermato, aspettava l’esito della battaglia. Il centurione Marco Petronio, dopo aver tentato di sfondare la porta, assalito da un gran numero di nemici e disperando per sè perché aveva già subito molte ferite, disse ai soldati del suo manipolo che lo avevano seguito: “Dal momento che non posso salvarmi insieme a voi, per lo meno provvederò alle vostre vite che, spinto dal desiderio di gloria, ho condotto nel pericolo. Voi, concessavi l’occasione, pensate alla vostra salvezza”. Contemporaneamente si precipitò in mezzo ai nemici e, dopo averne uccisi due, allontanò un poco dalla porta tutti gli altri. Ai suoi, che tentavano di aiutarlo “Invano”, disse, “tentate di salvare la mia vita, che ormai il sangue e le forze abbandonano. Dunque andatevene, finché c’è la possibilità, e mettetevi al sicuro presso la legione”. Così combattendo poco dopo cadde e salvò i suoi.