Muzio Scevola (II)

Rex, valde iratus, cruciatus et mortem Gaio Mucio parabat, sed adulescens incredibilem virtutem ostentavit: dexteram manum super foculum accensum (“sul braciere acceso”) iniecit ibique constanti vultu tenuit, donec flammae totam manum cremaverunt. Tum Porsenna, attonitus, a sede sua prosiluit et dixit: «Tua virtute salvus eris: te (“ti”, acc.) liberum dimitto». Tunc Mucius respondit: «Multi Romae iuvenes te occidere cupiunt: mea prima sors fuit, sed ceteri statim venient». Gaius Mucius deinde dimissus est et Porsenna, post primi periculi casus, legatos Romam misit et pacem petivit. Postea Gaio Mucio “Scaevolae” cognomen inditum est, quia dexteram manum perdidit.

Livio

Il re, molto adirato, disponeva la tortura e la morte per Gaio Muzio, ma il giovane mostrò un incredibile valore: mise la mano destra su un braciere acceso e la tenne lì con volto immutabile, finché le fiamme bruciarono tutta la mano. Allora Porsenna, stupito, si alzò dal suo posto e disse: «Sarai salvo grazie al tuo valore: ti lascio andare libero». Allora Muzio rispose: «Molti giovani a Roma desiderano ucciderti: il mio è stato il primo caso, ma altri verranno subito». Poi Gaio Muzio fu lasciato andare e Porsenna, dopo l’evento del primo pericolo, mandò ambasciatori a Roma e chiese la pace. In seguito a Gaio Muzio fu assegnato il soprannome di “Scevola”, poiché perse la mano destra.