Muzio Scevola

Porsenna, Tuscorum rex, Romam obsidet. Romanus Mucius, vir mira constantia et magno animo, in Porsennae castra venit: nam Porsennam occidere cupit. Conferta turba in castris est: stipendium enim copiis datur. In turba Mucius consistit prope regium solium, ubi Porsenna cum scriba sedet. Mucius gladium e vagina educit; at scribam percutit et pro Porsenna occidit. Iratus, Mucius dexteram in vicinam flammam ponit: brachium ob magnum erratum punire cupit. Flamma Mucii brachium consumitur: itaque abhinc Mucius “Scaevola” appellatur; nam Scaevola idem ac “sinister” significat.

Grammatica Picta (1) – Pag.79 n.40

Roma veniva assediata dal re Etrusco Porsenna. C. Muzio, giovane Romano, decise di sua spontanea volontà di introdursi nell’accampamento dei nemici, si recò al cospetto dei Senatori e spiegò il proprio proposito. I Senatori approvano; Muzio nascose una spada sotto la veste e si diresse nell’accampamento dei nemici. Quando giunse lì, si fermò vicino alla tribuna reale. Lì, per caso, veniva data la paga ai soldati dallo scrivano che sedeva insieme al re. Muzio, che non conosce il re, crede lo scriba il re, e lo trucida al posto del re. Lo schiamazzo pervade l’accampamento e in molti si precipitano verso lo schiamazzo, le guardie del corpo reali catturano il giovane e lo lasciano davanti alla tribuna del re. Lì Muzio, con animo risoluto, dice al re: Sono un Romano, mi chiamano C. Muzio. Da nemico, ho desiderato uccidere un nemico. Ho sbagliato, ma molti oltre a me desiderano uccidere il re. E introduce la mano destra nel focolare acceso a titolo di sacrificio. Il re, sbigottito, lascia andare Muzio illeso e inviolato.