Niobe viene punita per la sua arroganza

Nioba, Tantali filia, quod septem filios totidemque filias peperat, ob magnum liberorum numerum intolerabiliter se iactabat et deam Latonam, matrem solum duorum liberorum, Apollinis et Dianae, continenter irridebat. Frustra omnes eam monebant et dicebant Tantali filiam magnam deam offendere non debere. Omnes cives ei dicebant: «Regina, ne contempseris exiguam Latonae prolem neu eius iram excitaveris! Si ob tuos liberos te iactaveris, Latona te puniet ob iniurias tuas. Deorum vindicta, quamvis tarda, implacabilis est». Sed mulier per urbem superba incedebat et intolerabili temeritate postulabat ut divini honores sibi tribuerentur. Tandem poenas insolentiae suae dedit. Nam eius filii Apollinis telis confixi sunt, filiae sagittis Dianae. Infelix mater, magno dolore oppressa, a Latona in saxum mutata est.

Niobe, figlia di Tantalo, poiché aveva dato alla luce sette figli ed altrettante figlie, per il gran numero di figli si vantava insopportabilmente e derideva continuamente la dea Latona, madre solamente di due figli, Apollo e Diana. Invano tutti la esortavano e dicevano che la figlia di Tantalo non doveva offendere la potente dea. Tutti i cittadini le dicevano: «Regina, non disprezzare l’esigua prole di Latona e non provocare la sua ira! Se ti vanterai per i tuoi figli, Latona ti punirà per le tue offese. La vendetta degli dèi, sebbene tardiva, è implacabile». Ma la donna camminava superba per la città e con intollerabile sfrontatezza chiedeva che le si tributassero onori divini. Alla fine scontò la pena della sua insolenza. Infatti i suoi figli furono trafitti dalle frecce di Apollo, le figlie dalle frecce di Diana. L’infelice madre, oppressa dal grande dolore, fu trasformata in roccia da Latona.