Non sempre è bene mantenere le promesse

Ac ne illa quidem promissa servanda sunt, quae non sunt iis ipsis utilia, quibus illa promiseris. Sol Phaetonti filio, ut redeamus ad fabulas, facturum se esse dixit, quidquid optasset. Optavit, ut in currum patris tolleretur; sublatus est; atque is ante quam constitit ictu fulminis deflagravit; quanto melius fuerat in hoc promissum patris non esse servatum. Quid? quod Theseus exegit promissum a Neptuno? Cui cum tres optationes Neptunus dedisset, optavit interitum Hippolyti filii, cum is patri suspectus esset de noverca; quo optato impetrato, Theseus in maximis fuit luctibus.Quid? quod Agamemnon cum devovisset Dianae, quod in suo regno pulcherrimum natum esset illo anno, immolavit Iphigeniam, qua nihil erat eo quidem anno natum pulchrius. Promissum potius non faciendum, quam tam taetrum facinus admittendum fuit.

Nexus – Pag.141 n.3 – Cicerone

Ma non devono esser mantenute neppure quelle promesse che non sono di utilità a coloro ai quali sono state fatte. Per ritornare ai miti, il Sole disse al figlio Fetonte che avrebbe esaudito qualunque suo desiderio; egli volle salire sul cocchio del padre; vi fu fatto salire. Ma prima di mettersi a sedere fu colpito e bruciato da un fulmine. Quanto sarebbe stato meglio che in questo caso non fosse stata mantenuta la promessa paterna! E che dire della promessa che Teseo pretese da Nettuno? Avendogli Nettuno concesso tre desideri, chiese la morte del figlio Ippolito, poiché questi era stato sospettato dal padre di illecita relazione con la matrigna; ottenuto l’adempimento di questo desiderio, Teseo piombò nel maggiore dei lutti. E che dire di Agamennone? Avendo offerto in voto a Diana quello che di più bello fosse nato nel suo regno in quell’anno, immolò Ifigenia, della quale, almeno in quell’anno, niente era nato di più bello; avrebbe dovuto fare a meno di promettere, anziché commettere un delitto così infame.