Piovono pietre

Devictis Sabinis cum in magna gloria magnisque opibus regnum Tulli ac tota res Romana esset, nuntiatum regi patribusque est in monte Albano lapidibus pluvisse. Quod cum credi vix posset, missis ad id visendum prodigium, in conspectu, haud aliter quam cum grandinem venti glomeratam in terras agunt crebri cecidere caelo lapides. Visi etiam audire vocem ingentem ex summi cacuminis luco ut patrio ritu sacra Albani facerent, quae velut dis quoque simul cum patria relictis oblivioni dederant, et aut Romana sacra susceperant aut fortunae, ut fit, obirati cultum reliquerant deum. Romanis quoque ab eodem prodigio novendiale sacrum publice susceptum est, seu voce caelesti ex Albano monte missa – nam id quoque traditur – seu haruspicum monitu; mansit certe sollemne ut quandoque idem prodigium nuntiaretur feriae per novem dies agerentur.

Esperienze di traduzione – Pag.184 n.5 – Livio

Sconfitti i Sabini, mentre il regno di Tullio e tutto lo Stato romano si trovavano in grande gloria e in grande potenza, fu annunciato al re e al senato che sul monte Albano erano piovute pietre. E poiché a stento si poteva credere a ciò, mandate (delle persone) ad osservare quel prodigio, alla (loro) presenza caddero dal cielo molte pietre come quando i venti portano una fitta grandine sulla terra (lett.: sulle terre). Sembrò (loro) anche di udire una gran voce dal sacro bosco in cima alla vetta (lett.: della cima della vetta), (che ordinava) che gli Albani celebrassero secondo il patrio rito le sacre cerimonie, che avevano consegnato all’oblio, come se insieme alla patria avessero abbandonato anche gli dei, e o avevano adottato i riti romani o, adirati con la sorte, come accade, avevano abbandonato il culto degli dei. Anche dai Romani in seguito a quel medesimo prodigio fu iniziato pubblicamente un sacro rito novendiale o per una voce celeste giunta dal monte Albano – infatti si tramanda anche questo – o per suggerimento degli aruspici; rimase di certo la consuetudine che ogniqualvolta si annunciasse lo stesso prodigio, si celebrassero per nove giorni (tali) festività.