Pompeo ucciso a tradimento

Quibus cognitis rebus, Pompeius, deposito consilio adeundi Syriam, pecunia potitus est, et aeris magno pondere in naves imposito, duobus milibus hominum armatis Pelusium pervenit. Ibi rex erat Ptolomaeus, puer aetate, qui magnis copiis bellum gerebat cum Cleopatra sorore quam paucis ante mensibus per suos propinquos et amicos regno expulerat. Ad eum Pompeius legatos misit qui peterent ut reciperetur atque illius opibus in calamitate tegeretur. Sed qui ab eo missi erant, confecto legationis officio liberius, cum regis militibus collocuti, eos hortabantur ne Pompei fortunam despicerent. Tunc cognitis rebus, amici regis liberaliter eis responderunt et Pompeium in hospitium invitaverunt. Ipsi, sive timore adducti, sive despecta eius fortuna, clam consilio inito, Achillan, praefectum regium, singulari hominem audacia, et L. Septimium ad Pompeium interficiendum miserunt.

Cesare

Conosciute queste cose, Pompeo, avendo rinunciato al disegno di entrare in Siria, s’impossessò del denaro, e dopo aver caricato sulle navi una gran quantità di denaro, giunse a Pelusio con duemila uomini armati. Qui si trovava il re Tolomeo, un giovinetto, che con grandi truppe faceva una guerra contro la sorella Cleopatra, che pochi mesi prima, per mezzo dei suoi parenti e amici, aveva scacciato dal trono. Pompeo mandò da lui degli ambasciatori a chiedergli di essere accolto e di essere protetto dalle sue forze nel momento della disgrazia. Ma coloro che erano stati da lui inviati, portato a termine il compito dell’ambasciata, avendo parlato troppo francamente con i soldati del re, li esortavano a non disdegnare l’avversa sorte di Pompeo. Apprese allora le cose, gli amici del re risposero loro cortesemente e invitarono Pompeo in ospitalità. Gli stessi, o perché erano stati spinti dal timore, o perché avevano disprezzato la sua sorte, dopo aver preso di nascosto la decisione, inviarono Achilla, prefetto regio, uomo di eccezionale audacia, e Lucio Settimio ad uccidere Pompeo.