Pompeo ucciso a tradimento

Pompeius, deposito adeundae Syriae consilio, Pelusium, Aegypti urbem, pervenit. Ibi casu erat rex Ptolemaeus, puer aetate, qui auctore Achilla magnis copiis cum sorore Cleopatra bellum gerebat, ut totius Aegypti imperio solus potiretur. Ad eum Pompeius legatos misit petitum ut, pro hospitio atque amicitia patris, Alexandriam reciperetur atque illius opibus calamitate frueretur. Amici regis, qui propter aetatem eius in procuratione erant regni, his qui ab eo missi erant pubblice responderunt Pompeium ad regem confugere posse. Sed, ut plerumque in calamitate ex amicis inimici exsistunt, ipsi clam Achillam, praefectum regium, singulari hominem audacia, et L. Septimium, tribunum militum, ad interficiendum Pompeium miserunt. Ab his liberaliter appellatus, cum nihil doli suspicaretur, Pompeius parvam naviculam conscendit cum paucis suis: ibi ab Achilla et Septimio interfectus est.

Maiorum Lingua C

Pompeo, abbandonata la decisione di andare in Siria, arrivò a Pelusio, città dell’Egitto. Lì si trovava per caso re Tolomeo, un fanciullo, il quale su istigazione di Achilla dirigeva la guerra con le truppe insieme alla sorella Cleopatra, per impadronirsi lui solo del potere in Egitto. Pompeo mandò da lui rappresentanti a chiedere, in cambio dell’ospitalità e dell’amicizia di suo padre, di essere accolto ad Alessandria e di godere della sua protezione durante la sventura. Gli amici del re, i quali amministravano il regno a causa della sua giovane età, a coloro che erano stati inviati risposero pubblicamente che Pompeo poteva rifugiarsi dal re. Ma, poiché nelle disgrazie solitamente dagli amici nascono i nemici, essi inviarono di nascosto Achilla, prefetto del re e uomo di straordinario ardire, e Lucio Settimio, tribuno militare, a uccidere Pompeo. Chiamato nobilmente da costoro, senza sospettare alcun inganno, Pompeo salì su una piccola nave e con pochi suoi amici: lì fu ucciso da Achilla e Settimio.