Pompeo viene ucciso a tradimento

Pompeius profugiebat cum duobus Lentulis consularibus Sextoque filio et Favonio praetorio, quos comites ei fortuna adgregaverat. Suadentibus aliis ut Parthos, aliis ut Africam peteret, in qua fidelissimum partium suarum haberet regem Iubam, Pompeius Aegyptum petere proposuit, memor beneficiorum, quae in patrem eius Ptolemaei, qui tum regnabat Alexandriae, contulerat. Sed quis in adversis beneficiorum servat memoriam? Aut quis ullam calamitosis deberi putat gratiam? Aut quando fortuna non mutat fidem? Missi sunt itaque ab rege, qui venientem Cn. Pompeium consilio Theodoti et Achillae exciperent hortarenturque, ut ex oneraria in eam navem, quae obviam processerat, transcenderet; quod cum fecisset, princeps Romani nominis imperio arbitrioque Aegyptii mancipii, C. Caesare et P. Servilio consulibus, iugulatus est.

Velleio Patercolo

Pompeo fuggiva con i due ex consoli Lentulo e il figlio Sesto e l’ex pretore Favonio, che la sorte gli aveva messo a fianco come compagni. Mentre alcuni consigliavano di andare dai Parti, altri in Africa, nella quale aveva il più fedele della sua fazione il re Giuba, Pompeo decise di recarsi in Egitto, memore dei benefici che aveva reso in favore del padre di quel Tolomeo che allora regnava ad Alessandria. Ma chi nelle avversità conserva la memoria dei favori? O chi crede che si debba una qualche riconoscenza agli sventurati? O quando la sorte non altera la fedeltà? Furono quindi mandati dal re, su consiglio di Teodoto e Achille, alcuni a ricevere Gneo Pompeo che arrivava, e ad esortarlo a passare dalla nave da trasporto a quella che gli era andata incontro; dopo averlo fatto, l’uomo più insigne del popolo Romano, sotto il consolato di Gaio Cesare e Publio Servilio, ad arbitrio e per ordine di uno schiavo d’Egitto venne sgozzato.