Preghiere e consigli di un padre

Cum filius mihi natus est (=è nato), deos oravi ut filio meo mens sana in corpore sano esset. Hodie, multis transactis annis, deis maximas gartias ago, Aule mi, quod tibi non solum latum pectus, firma brachia, celeres pedes dederunt sed etiam ingenium alacre acutumque. Te moneo ut semper et deis gratus sis propter eorum dona et amicis fidelis, quia amicitia maximum bonum hominibus est. Magna vitia autm, hominum animum corrumpentia, ira et superbia sunt. Deos rogo, fili mi, ne te iratum unquam videam, quod ira mala est et hominem malum facit. Praeterea numquam superbis sis, ut concordia et pax in animo tuo domoque tua regnent, denique urbis legibus oboedi, ne malus civis sis neu dei, qui semper cives legibus non oboedientientes puniverunt, te quoque severis poenis puniant.

Lingua Latina Teoria e Esercizi (1) – pag.348 n.62

Quando mi nacque un figlio, pregai gli dei affinché mio figlio fosse sano di mente e di corpo. Oggi, trascorsi molti anni, ringrazio moltissimo gli dei, mio Aulo, perché ti diedero non solo un ampio torace, forti braccia, piedi veloci ma anche un carattere vivace e spiritoso. Ti esorto ad essere sempre grato agli dei per i loro doni e fedele agli amici, perché l’amicizia è il più grande bene per gli uomini. I grandi vizi, poi, che corrompono l’animo degli uomini, sono l’ira e la superbia. Prego gli dei, figlio mio, di non ti vederti mai adirato, perché l’ira è malvagia e rende malvagio l’uomo. Inoltre non essere mai arrogante, Aulo, per non essere né disprezzato né abbandonato dagli altri. Poi, figlio mio, che tu sia sempre buono e giusto, affinché la concordia e la pace regnino nel tuo animo e nella tua casa; infine ubbidisci alle leggi della città, per non essere un cattivo cittadino e perché gli dei, che sempre hanno punito i cittadini non obbedienti alle leggi, non puniscano anche te con pene severe.