Premonizioni della morte di Cesare

Sed Caesari futura caedes evidentibus prodigiis denuntiata est. Ante paucos menses, in colonia Capua deducti coloni ad extruendas villas vetustissima sepulcra disiciebant; idque eo studiosius faciebant, quod aliquantum vasculorum operis antiqui reperiebant. In monimento tabula aenea, in quo dicebatur Capys conditor Capuae sepultus esse, inventa est, conscripta litteris verbisque Graecis hac sententia: «Si ossa Capys detegantur, Iulo prognatus manu consanguineorum necabitur, magnisque mox Italiae cladibus vindicabitur». Cuius rei auctorem, si quis fabulosam aut commenticiam putet, scito esse Cornelium Balbum, familiarissimum Caesaris. Proximis diebus equorum greges, quos in traiciendo Rubiconi flumini Caesar consecraverat ac vagos et sine custode dimiserat, comperit pertinacissime pabulo abstinere ubertimque flere. Et eum immolantem haruspex Spurinna monuit, ut caveret periculum, quod non ultra Martias Idus proferretur.

Svetonio

Ma manifesti presagi preannunciarono a Cesare la sua imminente uccisione. Pochi mesi prima i coloni, condotti nella colonia di Capua, abbattevano antichissime tombe per costruire delle ville; e lo facevano con tanta lena che scoprivano un discreto numero di piccoli vasi di fattura antica. In un sepolcro venne rinvenuta una tavola di bronzo, nella quale si diceva che vi era sepolto Capi il fondatore di Capua, incisa con parole e caratteri Greci di questo significato: “Se verranno scoperte le ossa di Capi, un discendente di Iulo sarà ucciso per mano dei consanguinei, e sarà subito dopo vendicato con grandi flagelli per l’Italia”. Di questo fatto so, qualora qualcuno lo reputi favoloso o inventato, che la fonte è Cornelio Balbo, intimo amico di Cesare. Nei giorni precedenti egli venne a sapere che le mandrie di cavalli, che Cesare aveva consacrato al fiume Rubicone nell’attraversarlo e aveva lasciato andare libere e senza guardiano, si astenevano fermamente dal foraggio e piangevano copiosamente. E l’aruspice Spurinna, mentre egli (=Cesare) compiva un sacrificio, lo ammonì di stare attento al pericolo, che non si sarebbe protratto oltre le Idi di Marzo.