Preparativi di guerra di Mitridate

Mithridates autem omne reliquum tempus non ad oblivionem veteris belli, sed ad comparationem novi contulit: qui [postea] cum maximas aedificasset ornassetque classis exercitusque permagnos quibuscumque ex gentibus potuisset comparasset, et se Bosporanis finitimis suis bellum inferre similaret, usque in Hispaniam legatos ac litteras misit ad eos duces quibuscum tum bellum gerebamus, ut, cum duobus in locis disiunctissimis maximeque diversis uno consilio a binis hostium copiis bellum terra marique gereretur, vos ancipiti contentione districti de imperio dimicaretis. Sed tamen alterius partis periculum, Sertorianae atque Hispaniensis, quae multo plus firmamenti ac roboris habebat, Cn. Pompei divino consilio ac singulari virtute depulsum est; in altera parte ita res a L. Lucullo summo viro est administrata, ut initia illa rerum gestarum magna atque praeclara non felicitati eius, sed virtuti, haec autem extrema, quae nuper acciderunt, non culpae, sed fortunae tribuenda esse videantur.

Esperienze di traduzione – Pag.98 n.5 – Cicerone

Mitridate, da parte sua, ha dedicato tutto il tempo lasciato a sua disposizione, non a dimenticare la guerra passata ma a prepararne una nuova. Egli, dopo aver costruito ed allestito potentissime flotte ed eserciti molto numerosi, prendendo i soldati da tutti i popoli possibili, ed aver finto di portare guerra agli abitanti del Bosforo, suoi vicini, inviò ambasciatori e lettere in Spagna ai generali che noi in quella regione stavamo combattendo; mentre i due eserciti nemici conducevano di comune accordo la guerra per terra e per mare in due luoghi istantissimi e del tutto diversi, era suo intento quello di costringervi a combattere per l’impero romano impegnati su due fronti. Ciò nonostante Gneo Pompeo, con la sua divina saggezza ed il suo straordinario valore, allontanò il pericolo proveniente da parte di Sertorio e della Spagna, dove i nemici avevano sostegno e forze molto maggiori; nei confronti dell’altra parte, Lucio Lucullo, uomo di grandi risorse, si comportò in modo tale, che l’inizio favorevole e brillante della sua campagna sembra si debba attribuire non alla fortuna, ma al suo valore, e al contrario, gli avvenimenti recenti non a suoi errori, ma alla sfortuna.