Primi atti dell’imperatore Adriano

Traiano divinos honores, datis ad senatum accuratissimis litteris, postulavit et cunctis volentibus meruit, ita ut senatus multa, quae Hadrianus non postulaverat, in honorem Traiani sponte decerneret. Cum ad senatum scriberet, veniam petit, quod de imperio suo iudicium senatui non dedisset, salutatus scilicet praepropere a militibus imperator, quod esse res publica sine imperatore non posset. Cum triumphum ei senatus, qui Traiano debitus erat, detulisset, recusavit ipse atque imaginem Traiani curru triumphali vexit, ut optimus imperator ne post mortem quidem triumphi amitteret dignitatem. Patris patriae nomen delatum sibi statim et iterum postea distulit, quod hoc nomen Augustus sero meruisset. Aurum coronarium Italiae remisit, in provinciis minuit, et quidem difficultatibus aerarii ambitiose ac diligenter expositis. Audito dein tumultu Sarmatarum et Roxalanorum, praemissis exercitibus Moesiam petit.

Historia Augusta

Chiese, mediante lettere molto premurose inviate al senato, gli onori divini per Traiano e, poiché tutti lo volevano, li ottenne, tanto che il senato deliberò di propria iniziativa in onore di Traiano molte onorificenze che Adriano non aveva domandato. Scrivendo al senato chiese perdono perché non aveva rimesso al senato la decisione sul suo supremo comando, purtroppo era stato in tutta fretta salutato imperatore dai soldati, perché lo Stato non poteva rimanere senza imperatore. Avendogli il senato concesso il trionfo che era dovuto a Traiano, egli lo rifiutò e fece trasportare sul carro trionfale il ritratto di Traiano, affinché l’ottimo imperatore non perdesse il prestigio del trionfo nemmeno dopo morto. Rimandò ad un altro momento il nome di padre della patria offertogli immediatamente e poi una seconda volta, giacché Augusto aveva acquisito tardi questo titolo. Condonò all’Italia l’oro coronario, lo ridusse nelle province, ma avendo fatto conoscere scrupolosamente e interessatamente le difficoltà dell’erario. In seguito, avendo appreso delle rivolte dei Sarmati e dei Rossalani, dopo aver mandato avanti gli eserciti, si recò nella Mesia.