Prudenza e valore di Quinto Fabio Massimo (seconda parte)

His artibus Hannibalem Fabius in agro Falerno incluserat; sed ille callidus sine ullo exercitus detrimento se expedivit. Hannibali arida sarmenta boum cornibus alligare visum est, eaque principio noctis incendit: metus flammae relucentis ex capite boves velut stimulatos furore agebat. Hi ergo accensis cornibus per montes, per silvas huc illuc discurrebant. Romani, qui ad speculandum concurrerant, per horas mirati sunt: ipse Fabius insidias esse ratus, militem extra vallum egredi vetuit. Interea Hannibal, deridens Romanorum amentiam ex angustiis evasit. Dein Hannibal, ut Fabio apud suos crearet invidiam, agrum eius, omnibus circa vastatis, intactum reliquit; at Fabius omnem ab se suspicionem propulsavit: nam dicunt eundem agrum vendere iuvasse eiusque pretio captivos Romanos redemisse.

Lhomond

Con queste astuzie Fabio aveva imprigionato Annibale nel territorio di Falerno; ma quell’astuto si cavò d’impaccio senza alcun danno per l’esercito. Ad Annibale parve opportuno attaccare alle corna dei buoi dei rami secchi e al principio della notte diede loro fuoco: la paura del fuoco, che riluceva dalla testa, spingeva i buoi come incitati dal furore. Questi dunque, dopo che le corna ebbero preso fuoco, correvano qua e là per i monti, per i boschi. I Romani, che erano accorsi per guardare, rimasero attoniti per ore: lo stesso Fabio, pensando fosse un agguato, vietò che i soldati uscissero fuori dal vallo. Nel frattempo Annibale, deridendo la follia dei Romani, fuggì dalle gole. Quindi Annibale, per causare a Fabio ostilità presso i suoi, lasciò il suo campo intatto, dopo aver devastato ogni cosa intorno; ma Fabio respinse ogni sospetto da sé: infatti dicono che giovò vendere il medesimo campo e con il valore di esso riscattò i prigionieri Romani.