Publio Cornelio Scipione sconfigge i Lusitani

Sex. Digitius praetor in Hispania citeriore cum civitatibus iis quae rebellaverant crebra magis quam digna dictu proelia fecit et adeo pleraque adversa ut vix dimidium militum quam quod acceperat successori tradiderit. Nec dubium est quin omnis Hispania sublatura animos fuerit, ni alter praetor P. Cornelius Scipio trans Hiberum multa secunda proelia fecisset. Idem Lusitanos cum ingenti praeda domum redeuntes, in ipso itinere adgressus incerto eventu pugnavit, numero militum impar, superior aliis. Principio pugnae Lusitani turbaverant Romanos; deinde aequata paulisper pugna est. In hoc discrimine ludos Iovi, si fudisset cecidissetque hostes, vovit Scipio. Tandem gradum acrius intulere Romani cessitque Lusitanus, deinde prorsus terga dedit; et cum institissent fugientibus victores, ad duodecim milia hostium sunt caesa, capti quingenti quadraginta, omnes ferme equites, et signa militaria capta centum triginta quattuor; de exercitu Romano septuaginta et tres amissi. Pugnatum haud procul Ilipa urbe est: eo victorem opulentum praeda exercitum P. Cornelius reduxit.

Livio

Sesto Digizio, pretore della Spagna citeriore, con quelle città che si erano ribellate fece combattimenti più numerosi che degni a dirsi e la maggior parte così sfortunati che al successore consegnò a stento la metà dei soldati che aveva ricevuto. E non c’è dubbio che l’intera Spagna avrebbe ripreso coraggio, se l’altro pretore, Publio Cornelio Scipione, non avesse fatto molti combattimenti prospero al di là dell’Ebro. Lo stesso (= riferito a Scipione), avendo attaccato durante la stessa marcia i Lusitani mentre tornavano a casa con un grande bottino, combatté con esito incerto, inferiore nel numero di soldati, superiore nelle altre cose. All’inizio della battaglia i Lusitani avevano scompigliato i Romani; poi la battaglia si pareggiò per un po’. In questo frangente Scipione promise solennemente giochi a Giove, se avesse sbaragliato ed annientato i nemici. Alla fine i Romani avanzarono con più accanimento e il Lusitano cedette, poi voltò le spalle del tutto; e avendo i vincitori incalzato quelli che fuggivano, circa dodicimila nemici furono uccisi, quattrocentocinquanta catturati, quasi tutti cavalieri, e furono prese centotrentaquattro insegne militari; dell’esercito Romano ne furono persi settantatré. Si combatté non lontano dalla città di Ilipa: là Publio Cornelio condusse l’esercito vincitore ricco di bottino.