Roma soffocata dalle armi di Antonio

Unus Marcus Antonius post Romam conditam in oppido palam armatos habuit. Neque Romulus, neque Numa, neque Tullius, neque Ancus Marcius, neque Tarquinii id fecerunt neque prisci viri Romani armis regnum occupaverunt. Cinna, Sulla, Caesar («Cesare», nom.) solum tantum audebant («osavano»), quia Romam spernebant. At Antonius, belua fera et foeda, armatorum catervam ducebat; Cassius et Mustela, Antonii socii, dum palam gladios ostentant, armatos per forum ducebant; certum armatorum locum tenebant barbari sagittarii. Cum autem ad Concordiae templum venit, Antonius primum ante templi cellam lecticas cum armis collocabat (ita sociis eius arma praesto erant), deinde in deae cella armatos sicariosque collocavit, itaque templum in custodiam mutavit; postquam Concordiae valvae opertae sunt, patres conscripti («i senatori», nom. plur.) sententias dicebant inter Antonii sicarios.

A scuola di latino – Pag.170 n.5 – Cicerone

Solo Marco Antonio dopo la fondazione di Roma ebbe pubblicamente in città uomini armati. Né Romolo né Numa né Tullio né Anco Marzio né i Tarquini lo fecero né gli antichi uomini romani occuparono il regno con le armi. Cinna, Silla, Cesare solamente osarono tanto, poiché tenevano in disprezzo Roma. Ma Antonio, belva feroce e crudele, guidava una moltitudine di armati: Cassio e Mustela, complici di Antonio, mentre mostravano apertamente le spade, portavano gli armati per il foro; barbari arcieri occupavano un determinato posto tra i combattenti. Inoltre, una volta giunto al tempio della Concordia, Antonio collocava per prima cosa davanti alla cappella del tempio una lettiga con le armi (così i suoi alleati avevano a portata di mano sue armi) poi mise nella cappella della dea dei sicari armati, perciò cambiò il tempio in una prigione; dopo che furono chiusi i battenti della Cocordia, i senatori esprimevano le decisioni fra i sicari di Antonio.