Romolo e Remo: l’inizio della rivalità

Numitori Albana re permissa, Romulum Remumque cepit cupido urbis condendae in iis locis, ubi expositi ubique educati erant. Et supererat multitudo Albanorum Latinorumque et pastores quoque accesserant. Gemini, ergo, sic cum hac multitudine locuti sunt: «Quamvis hic magna urbs Alba, magna urbs Lavinium sit, si novam urbem universi condiderimus, ea sine ullo dubio maior quam Alba, quam Lavinium erit». Sed intervenit deinde his cogitationibus avitum malum, regni cupido, atque inde foedum certamen, coortum a satis miti principio. Cum Romulus Remusque gemini essent nec aetatis verecundia discrimen facere posset, Palatinum Romulus, Remus montem Aventinum ad inaugurandum templa capiunt, ut dii, sub quorum tutela ea loca erant, auguriis legerent, quis nomen novae urbi daret, quis conditam imperio regeret.

Livio

Affidato il governo di Alba a Numitore, prese Romolo e Remo il desiderio di fondare una città in quei luoghi, dove erano stati abbandonati e allevati. E c’era in abbondanza un gran numero di Albani e Latini e si erano aggiunti anche dei pastori. I gemelli, dunque, parlarono così con questa moltitudine: «Sebbene qui vi sia una grande città, Alba, (vi sia) una grande città Lavinio, se tutti insieme fonderemo una nuova città, essa senza alcun dubbio sarà più grande di Alba, di Lavinio». Ma poi a queste riflessioni sopraggiunse un male ereditato, la bramosia di potere, e da ciò un’ignobile controversia, sorta da un principio piuttosto tranquillo. Poiché Romolo e Remo erano gemelli e il rispetto per l’età non poteva costituire un discriminante, Romolo scelse il colle Palatino, Remo l’Aventino per consacrare i templi, affinché gli dèi, sotto la protezione dei quali erano quei luoghi, con dei presagi scegliessero chi desse il nome alla nuova città, chi tenesse il comando dopo che fosse stata fondata.