Romolo fonda Roma lontano dal mare

Romulus, patre Marte natus, cum Remo fratre dicitur ab Amulio, rege Albano, ob labefactandi regni timorem ad Tiberim exponi iussus esse. Quo in loco cum silvestris beluae uberibus sustentatus esset pastoresque eum sustulissent et in agresti cultu laboreque aluissent, perhibetur brevi tempore et corporis viribus et animi ferocitate tantum ceteris praestitisse ut omnes, qui tum eos agros, ubi hodie est haec urbs, incolebant, aequo animo illi libenterque parerent. Quorum copiis cum se ducem praebuisset – ut iam a fabulis ad facta veniamus – oppressisse Albam Longam, validam urbem et potentem temporibus illis, Amuliumque regem interemisse fertur. Qua gloria parta, urbem auspicato condere et firmare statuisse dicitur.

Cicerone

Si racconta che Amulio, re di Alba Longa, per timore di indebolire il regno abbia ordinato di abbandonare Romolo, nato dal padre Marte, con il fratello Remo vicino al Tevere. Dopo che in quel luogo (Romolo) era stato nutrito dalle mammelle di una belva selvatica e dopo che i pastori lo avevano portato via e allevato nel modo di vivere contadino e nel lavoro dei campi, si narra che in breve tempo sia stato tanto superiore agli altri e per le forze del corpo e per il coraggio dell’animo che tutti quelli che allora abitavano quelle campagne, dove oggi c’è questa città, gli obbedivano con animo sereno e volentieri. Essendosi offerto come comandante per le loro milizie – per giungere ora dai miti ai fatti – si tramanda che abbia vinto Alba Longa, a quei tempi forte e potente città, e abbia ucciso il re Amulio. Conquistata questa gloria, si dice che abbia deciso, dopo aver preso gli auspici, di fondare e di fortificare una città.