Saggezza di Quinto Metello

Quinti Metelli gravis atque etiam alta in senatu fuit sententia. Qui, devicta Carthagine, se nescire illa victoria bonine plus an mali rei publicae attulisset, asseveravit, quoniam, ut pacem restituendo profuisset, ita Hannibalem ex Italia submovendo nonnihil nocuisset. Confirmavit enim eius in Italiam transitu dormientem iam populi Romani virtutem excitatam (esse); nunc autem metuendum esse ne acri aemulo liberata Romana virtus in eundem somnum revolveretur.

Maiorum Lingua

Il parere di Q. Metello in senato fu serio e profondo. Egli, una volta vinta Cartagine, affermò di non sapere se quella vittoria avesse arrecato allo stato più bene che male, poiché, come era stata utile riportando la pace, così cacciando Annibale dall’Italia non di meno era stata di danno. Assicurò che al suo passaggio in Italia il valore del popolo romano, che allora dormiva, fu risvegliato; ma ora c’è da temere che il valore dei romani, liberato da una lotta aspra, ritorni ugualmente ad assopirsi.