Scipione Emiliano sblocca la situazione

Gulussa, princeps Numidarum, Massinissae filius, nuntiavit Carthagine dilectus agi, classem comparari et haud dubie bellum strui. Cum Cato suaderet ut his bellum indiceretur, Publio Cornelio Nasica dicente nihil temere faciendum, placuit decem legatos mitti exploratum. Lucius Licinius Lucullus Aulus Postumius Albinus consules cum dilectum severe agerent nec quemquam gratia dimitterent, ab tribunis plebi, qui pro amicis suis vacationem impetrare non poterant, in carcerem coniecti sunt. Cum Hispaniense bellum, parum prospere aliquotiens gestum, ita confudisset civitatem Romanam ut ne hi quidem invenirentur qui aut tribunatum exciperent aut legati ire vellent, P. Cornelius Aemilianus processit et excepturum se militiam professus est. Quo exemplo omnes ad studium militandi concitavit.

A scuola di latino – Pag.52 n.121 – Tito Livio

Gulussa, pincipe di Numidia, figlio di Massinissa, annunziò che a Cartagine si organizzavano leve militari, si preparava una flotta e senza dubbio ci si accingeva alla guerra. Poichè Catone consigliava di dichiarare loro guerra ma P. Cornelio Masica asseriva che non bisognava agire temerariamente, si decise di mandare dieci ambasciatori a sondare il terreno. I consoli L. Licinio Lucullo e Aulo Postumio Albino, poiché mandavano avanti il reclutamento con serietà e non concedevano dispense ad alcuno per compiacenza, furono gettati in carcere dai tribuni della plebe, che non potevano ottenere esoneri per i loro amici. Avendo la guerra di Spagna, condotta alcune volte con esito sfavorevole, aveva costernato la cittadinanza romana che non si trovavano persone disposte a ricoprire il tribunato militare o ad andare in qualità di luogotenentiP. Cornelio Emiliano si fece avanti e dichiarò che avrebbe assunto lui l’onere del servizio militare. Con quest’esempio accese in tutti l’ardore di militare.