Soprannomi celebri

Quintus dictator missus est adversus Gallos, qui ad Italiam venerant et apud Urbem trans Anienem flumen consederant. Ibi nobilis Manlius Gallum quendam provocantem ad certamen occidit et, sublato torque aureo cervicique imposito, in perpetuum Torquatus appellatus est. Postea, instructis X (decem, «dieci», indecl.) legionibus adversus Gallos, duce Furio, quidam inter Gallos aliquem ex Romanis provocavit. Tum Valerius tribunus militum se obtulit; dum procedit armatus, corvus ei supra dexterum brachium sedit. Mox, commissa pugna, corvus rostro unguibusque Galli oculos verberavit. Ille recte aspicere non poterat et a tribuno interfectus est. Ita corvus non solum victoriam, sed etiam nomen ei dedit: postea enim Valerius Corvinus dictus est.

Il dittatore Quinto fu mandato contro i Galli, che erano giunti in Italia e si erano accampati nei pressi di Roma, al di là del fiume Aniene. Lì il nobile Manlio uccise un gallo che lo sfidava a duello e, poiché gli aveva tolto una collana d’oro e se l’era messa al collo, fu chiamato sempre Torquato. In seguito, schierate dieci legioni contro i Galli, sotto la guida di Furio, un tale tra i Galli sfidò uno dei Romani. Allora il tribuno dei soldati Valerio si offrì; mentre avanzava armato, un corvo gli si posò sul braccio destro. Subito dopo, attaccata battaglia, il corvo colpì con il becco e gli artigli gli occhi del Gallo. Quello non poteva vedere bene e fu ucciso dal tribuno. Così il corvo gli diede non solo la vittoria, ma anche un soprannome: infatti in seguito Valerio fu detto Corvino.