Sostrato e il faro di Alessandria

Ferunt in Aegypto in parva insula Pharo, adversus Alexandriam, Sostratum, peritum regis Ptolomaei architectum, vixisse. Olim Ptolomaeus iussit Sostratum iuxta Alexandriae portus aditum altam turrim aedificare, quae ex insulae nomine “pharus” appellata est. Noctu in phari fastigio foci, qui mare collustrabant, accendebantur: itaque nautae, qui nocte saepe litora non videbant et in scopulos deferebantur, in portum autem securi deducebantur. Sed Diodorus refert Sostratum gloriam inventionis phari a Ptolomaeo auferre sperabat. Constat enim in pharis saxis nomen suum sculpsisse quod postea copioso tectorio, in quo nomen regis (probabilmente per un errore di trascrizione non era riportata la parola regis nel libro di testo) scripsit, contexisse. Cum post multos annos tectorium cecidit, regis nomen evanuit et Sostrati nomen apparuit. Quam ob causam memoria Sostrati, qui gloriam apud posteros praesenti gloriae praetulit, hodie quoque viget.

Dicono che in Egitto, sulla piccola isola di Faro, di fronte ad Alessandria, visse Sostrato, abile architetto del re Tolomeo. Un giorno Tolomeo ordinò a Sostrato di costruire, presso l’entrata del porto di Alessandria, un’alta torre, che fu chiamata “faro” dal nome dell’isola. Di notte sulla sommità del faro si accendevano dei fuochi, che illuminavano il mare: così i marinai, che di notte spesso non vedevano le coste e venivano spinti verso gli scogli, venivano guidati, sicuri, nel porto. Ma Diodoro racconta che Sostrato sperava di togliere a Tolomeo la gloria dell’invenzione del faro. Infatti è noto che incise il suo nome sulle mura del faro, che poi ricoprì con abbondante intonaco, sul quale scrisse il nome del re. Quando dopo molti anni l’intonaco cadde, il nome del re scomparve e apparve il nome di Sostrato. Per questo motivo il ricordo di Sostrato, che preferì la gloria presso i posteri a quella presente, vige anche oggi.