Tanto avida, quanto sciocca!

Stultae mustelae fabulam attente (avv.) audite! Olim (avv.) mustela, praedae avida, in fabri officinam (= nell’officina di un fabbro; officina, -ae=l’officina) intrat. Dum (= Mentre) multas latebras observat, longam limam videt: «Hic (avv.) deliciae sunt! Bonas epulas mihi (= mi, a me) paro». Ferream limam lambit, sed bestiola inediam suam placare non potest (= può). Tum (avv.) lima mustelae dicit: «Magnam stultitiam ostendis, avida mustela! Audi: cur (= perché) in officina escam quaeris? Hic (avv.) nulla escae copia est! Remea in silvas (= nei boschi) et cum sociis (socia, -ae = la compagna) tuis potius (avv.) gallinas in gallinariis (= nei pollai) quaere!».

Ascoltate con attenzione la favola della donnola sciocca! Un giorno una donnola, avida di preda, entra nell’officina di un fabbro. Mentre osserva molti nascondigli, la donnola scorge una lunga lima: «Qui ci sono delle delizie! Mi preparo un buon pranzo». Lecca la lima di ferro, ma la bestiola non può placare la sua fame. Allora la lima dice alla donnola: «Mostri una grande stoltezza, avida donnola! Ascolta: perché cerchi cibo in un’officina? Qui non c’è alcuna abbondanza di cibo! Torna nei boschi e piuttosto cerca con le [tue] compagne galline nei pollai!».