Tommaso Stigliani

Tommaso Stigliani fu un pellegrino, scrittore e riformatore cattolico italiano vissuto tra il XV e il XVI secolo. Nato intorno al 1440 a Napoli, Stigliani apparteneva all’ordine dei Serviti, fondato da sette giovani fiorentini nel 1233 per alleviare le sofferenze dei malati.

Fin da giovane, Stigliani maturò una profonda fede e una spiccata sensibilità verso i bisogni dei più poveri e vulnerabili. Questo lo portò a intraprendere, intorno al 1470, un pellegrinaggio a Roma, Assisi e Gerusalemme, documentato in un’opera dal titolo “Itinerario de locis Terrae Sanctae”. Tornato in Italia nel 1475, Stigliani entrò presto in contrasto con l’Ordine dei Serviti, corrotto e lontano dagli ideali dei fondatori.

Criticando aspramente i superiori e i comportamenti sciattai dei confratelli, Stigliani sollecitava una riforma radicale dell’Ordine, mirata a ristabilirne la povertà evangelica, l’umiltà e lo spirito di servizio. I suoi appelli caddero nel vuoto, così nel 1485 abbandonò i Serviti per vagare come eremita e continuare a predicare una riforma della Chiesa.

Stigliani vagò per l’Italia settentrionale, diffondendo le sue idee riformiste in sermoni, trattati e lettere. Rivolgendosi direttamente al papa e ai principi, denunciava la corruzione del clero, l’accumulo di ricchezze, le guerre fratricide tra stati cristiani e l’abbandono dei valori spirituali. In particolare, criticava aspramente il papato, che vedeva come autoreferenziale e lontano dalla povertà evangelica.

Per queste radicali posizioni, Stigliani finì per essere considerato un eretico. Processato dall’Inquisizione veneta nel 1488, fu condannato al rogo se non avesse abiurato le sue idee. Stigliani preferì morire martire piuttosto che rinnegare la sua fede. Fu bruciato vivo a Vicenza il 6 giugno 1495.

Fu solo dopo la sua morte che le sue opere e la sua figura iniziarono a essere riscoperte e rivalutate. Oggi Stigliani viene considerato uno dei maggiori riformatori cattolici del XV secolo, anticipatore di alcuni temi del protestantesimo. Le sue critiche radicali alle degenerazioni del clero e della curia papale, unite a un profondo spirito mistico, ne fanno una figura di notevole attualità e modernità.