Triste fine di Laocoonte

Laocoon dixit: «O miseri cives! Creditis hostes iam abesse? Aut putatis in equo nullum dolum esse? Speratis equum nobis profuturum esse? Certe Achivi, hoc ligneo equo inclusi, occultantur; ne credatis equo, Teucri: timeo Danaos et dona ferentes (“se portano”)». Postea Laocoon, qui Neptuni sacerdos erat, ingentem taurum apud aras mactaturus erat. Repente gemini angues ex pelago ad litora tetenderunt, qui Laocoontem petituri erant. Et primum angues parvos eius filios comprehenderunt et misera membra morsibus laceraverunt. Postea ipsum Laocoontem, qui filios servaturus aderat, corripuerunt et occiderunt.

Laocoonte disse: «O sventurati cittadini! Credete che il nemico sia già andato via? O pensate che nel cavallo non ci sia nessun inganno? Sperate che il cavallo ci gioverà? Senza dubbio i Greci, rinchiusi in questo cavallo di legno, si nascondono; non credete al cavallo, o Troiani: temo i Greci anche se portano doni». Poi Laocoonte, che era un sacerdote di Nettuno, stava per sacrificare un grande toro vicino agli altari. All’improvviso dal mare si diressero verso la spiaggia due serpenti gemelli, che avevano intenzione di attaccare Laocoonte. E dapprima i serpenti catturarono i suoi figlioletti e dilaniarono le povere membra a morsi. Poi afferrarono e uccisero lo stesso Laocoonte, che andava a salvare i figli.