Troia è caduta: inizia la fuga di Enea (Virgilio)

Dum Aeneas Troiam ruentem vidit et ira eius animum contra Helenam subiit, per noctem in clara luce refulsit mater, dea Venus, diva parens, et illi dixit: «Fili, nunc i, quaere fessum aetate patrem Anchisem, coniugem Creusam Ascaniumque puerum! Omnes Graecorum acies undique illos circumeunt, qui sine te magna pericula ferunt. Noli tuae matris iussa timere, pare meis praeceptis. Fuge, fili». Sic dea dixerat et spissis umbris noctis abiit. Tum vero Aeneas omne Ilium in ignes considere et a fundamentis verti vidit. Ergo ille descendit ac, ducente dea, inter flammam et hostes prodiit.

Virgilio

Mentre Enea vedeva Troia che crollava e l’ira contro Elena pervadeva il suo animo, durante la notte in una luca brillante rifulse la madre, la dea Venere, genitrice divina, e gli disse: «Figlio, adesso va’, cerca il padre Anchise, stanco per l’età, la moglie Creusa e il piccolo Ascanio! Tutte le schiere dei Greci circondano da ogni parte quelli, che senza di te sopportano grandi pericoli. Non temere gli ordini di tua madre, obbedisci ai miei comandi. Fuggi, figlio». Così la dea aveva parlato e svanì nelle fitte tenebre della notte. Allora Enea vide che tutta Troia sprofondava nel fuoco e veniva distrutta dalle fondamenta. Dunque egli si allontanò e, sotto la guida della dea, avanzò tra l’incendio e i nemici.