Un attacco a tradimento (II)

Fit in hostis impetus. Sed de muro sagittis tormentisque fugientes persequi prohibentur. Illi sub murum se recipiunt ibique musculum turrimque latericiam libere incendunt. Ita multorum mensium labor hostium perfidia et vi tempestatis puncto temporis interiit. Temptaverunt hoc idem Massilienses postero die. Eandem nacti tempestatem, maiore cum fiducia ad alteram turrim aggeremque eruptione pugnaverunt multumque ignem intulerunt. Sed ut superioris temporis contentionem nostri omnem remiserant, ita proximi diei casu admoniti omnia ad defensionem paraverant. Itaque multis interfectis reliquos infecta re in oppidum reppulerunt

Cesare

Si fa un attacco contro il nemico. Ma dal muro, con frecce e proiettili, si impedisce di inseguire i fuggitivi. Quelli si ritirano ai piedi del muro e lì incendiano liberamente la galleria e la torre di mattoni. Così il lavoro di molti mesi va in rovina in un attimo a causa della perfidia dei nemici e della violenza della tempesta. Il giorno dopo i Marsigliesi tentarono questa stessa cosa. Imbattutisi nella stessa tempesta, con maggior fiducia attaccarono con una sortita presso l’altra torre e trincea e appiccarono molti incendi. Ma come i nostri avevano abbandonato ogni rivalità del giorno precedente, così, ammoniti dall’evento dell’ultimo giorno, avevano preparato ogni cosa per la difesa. Perciò, uccisine molti, ricacciarono gli altri in città senza aver concluso nulla.