Un avversario degno di Roma

Hannibal, ferus Romae hostis, etiam (ancora) puer aeternum odium contra (contro, + acc.) Romanos iurat. Ab Hamilcare patre in Hispaniam ducitur, ubi, iam adulescens, militum imperium sumit et Romae novum bellum indicit. Deinde in Italiam per Alpium montes cum multis elephantis venit. In paeninsula nostra Carthaginiensium dux sua audacia crebras clades Romanis parat, sed postea Capuam tendit, ubi milites eius inertia enervantur. Plurimae victoriae Punicorum senatorum invidiam Hannibali comparant: quare ii (essi) in patriam eum (lo) revocant. Tum Hannibal in Africam cum classe revertit, ubi Scipio, Romanorum strenuus dux, eum (lo) profligat.

Annibale, fiero nemico di Roma, ancora bambino giura odio eterno contro i Romani. Dal padre Amilcare viene condotto in Spagna, dove, ormai adolescente, assume il comando dei soldati e dichiara una nuova guerra a Roma. Poi attraverso i monti delle Alpi si reca in Italia con molti elefanti. Il comandante dei Cartaginesi nella nostra penisola grazie alla sua audacia procura numerose sconfitte ai Romani, ma poi si dirige a Capua, dove i suoi soldati sono indeboliti dall’ozio. Le moltissime vittorie procurano ad Annibale l’ostilità dei senatori Cartaginesi: per questo essi lo richiamano in patria. Allora Annibale ritorna con la flotta in Africa, dove Scipione, valoroso comandante dei Romani, lo sbaraglia.